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FRAGILITÀ TERRITORIALI
 
DAStU DIPARTIMENTO DI ECCELLENZA sul tema delle “fragilità territoriali”.

Il DAStU è tra i 180 dipartimenti italiani selezionati e finanziati dal Ministero dell’Università e della Ricerca (MIUR) per il periodo
2018-2022 nell’ambito dell’iniziativa “Dipartimenti di Eccellenza” (L. 232/2016). Si tratta di un intervento ministeriale
innovativo che premia i dipartimenti che spiccano per la qualità della ricerca prodotta e che finanzia specifici progetti di sviluppo.

Il progetto FRAGILITÀ TERRITORIALI

Nel quinquennio 2018-2022, il Dipartimento di Architettura e Studi Urbani dedica le proprie forze ad esplorare i processi articolati e plurali di fragilizzazione del rapporto spazio-società, guardando ad essa in termini di esposizione a molteplici e differenziati fattori di rischio: ambientale, sociale, economico, politico, istituzionale.

Al centro del progetto l’attivazione di un Laboratorio permanente animato da 12 dottorandi, 16 assegnisti di ricerca e 7 nuovi ricercatori reclutati con le risorse del progetto ministeriale per dedicarsi al tema delle fragilità territoriali insieme ai molti colleghi e colleghe che, nei diversi gruppi di ricerca, già lavorano quotidianamente sulle varie declinazioni del tema.

Il Laboratorio permanente promuove attività di ricerca e progettazione di natura transdisciplinare, anche attraverso candidature a bandi competitivi a livello europeo, nazionale e locale, la produzione scientifica accreditata, il supporto allo sviluppo dei Laboratori di ricerca applicata del Dipartimento, un programma di seminari ed eventi speciali che si svolgeranno a partire dal 2019, la promozione di scambi incoming e outgoing per docenti e ricercatori e con centri e strutture di eccellenza in tutta Europa.

Il Dipartimento si propone di diventare un nodo importante di una rete internazionale di ricercatori e istituzioni che lavorano sulle diverse declinazioni della fragilità territoriale. Obiettivo ultimo è quello di fondare un Centro di Ricerca di Eccellenza transdisciplinare sulle “fragilità territoriali” che possa diventare un punto di riferimento permanente sia nel mondo accademico e della ricerca, sia tra le istituzioni e gli altri attori impegnati in politiche e progetti “antifragili”.

QUI il sito dedicato del Progetto Fragilità Territoriali

FRAGILITÀ TERRITORIALI

In termini generali la fragilità consiste nella predisposizione di un oggetto o di una situazione a mutare il proprio stato in modo radicale a seguito di eventi inattesi accidentali. Essa può essere intesa in (almeno) tre accezioni.

In un primo caso la fragilità è una caratteristica costitutiva dell’oggetto o della situazione ed è da intendersi come uno stato originario che, se naturale, può essere o non essere compatibile con l’azione umana e, se artificiale, può essere esito di una azione di progettazione, consapevolmente o meno.

In un secondo caso, lo stato di fragilità è uno stato insorgente, essendo l’esito di un processo di allontanamento da uno stato di equilibrio e resistenza, che comporta l’affermarsi di uno stato di degrado.

Infine, lo stato di fragilità può essere l’esito dell’interruzione di un processo evolutivo di consolidamento, che riduce l’efficacia di trasformazioni in corso che non hanno ancora raggiunto uno stato di equilibrio, al quale contribuisce un’altra fragilità: quella dei dispositivi di trasformazione (piani, progetti, regole, politiche).

Il progetto del Dipartimento si propone di leggere e trattare la fragilità territoriale secondo queste diverse interpretazioni, a partire dal riconoscimento della centralità del tema per il nostro Paese e a scala globale.

DAStU
LABORATORIO PERMANENTE

Un importante sforzo organizzativo-gestionale, oltre che scientifico sostiene l’attuazione del progetto, che interpretiamo come una occasione unica per generare innovazione nel modo in cui lavorano insieme docenti, ricercatori, personale tecnico amministrativo. Il progetto è gestito e sviluppato da una task force appositamente creata a supporto del responsabile scientifico, il prof. Gabriele Pasqui, della responsabile gestionale, la dott.sa Gloria Paoluzzi, e dal Direttore di Dipartimento, il prof. Massimo Bricocoli, con la collaborazione del Prof. Francesco Curci e della dott.ssa Rossana Torri..

La task force:

PERSONALE DOCENTE
Paolo Beria, Fabrizia Berlingieri, Marco Bovati, Simona Chiodo,
Alessandro Coppola, Emilia Corradi, Francesco Curci, Valeria Fedeli,
Annunziata Oteri, Daniele Villa.

PERSONALE TECNICO-AMMINISTRATIVO DELL’UFFICIO RICERCA E UFFICIO COMUNICAZIONE
Giulia Amadasi, Silvia Arrigoni, Cristina Bergo, Laura Di Maria, Liana Frola, Fabio Manfredini, Costanza Mangione, Luca Valisi.

Abbiamo invitato esperti di rilevanza nazionale e internazionale a far parte del Comitato scientifico del progetto a supporto delle attività che svolgeremo nei prossimi anni. Nel corso del 2019 abbiamo completato la selezione dei nuovi colleghi reclutati con le risorse del progetto ministeriale e che avranno in particolare il compito di sostenere lo sforzo di ricerca teorica e sul campo promosso dal progetto.

16 LINEE DI RICERCA
Abbiamo identificato 16 linee di ricerca, attorno alle quali si sono costituiti 16 comitati di riferimento con l’obiettivo di sviluppare attività di ricerca transdisciplinare sul tema delle fragilità territoriali.

LABORATORI SPERIMENTALI
I Laboratori sperimentali del DASTU hanno avviato una specifica attività di programmazione in relazione al Progetto “di Eccellenza” che li vedrà impegnati nelle gestione di nuovi strumenti, servizi e risorse a supporto della ricerca.

ADVISORY BOARD

Aldo Bonomi
Consorzio AASTER

Andrew Copus
University of Eastern Finland

Fabrizio Curcio
Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento Casa Italia

Mauro Dolce
Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento della Protezione Civile

Thilo Lang
Leibniz Institute for Regional Geography
con Tim Leibert Leibniz Institute for Regional Geography

Sabrina Lucatelli
OCSE, già coordinatrice del Comitato Aree Interne, Dipartimento per le Politiche di Coesione, Presidenza del Consiglio dei Ministri
con Giovanni Carrosio Università degli Studi di Trieste

Gianfranco Viesti
Università degli Studi di Bari

Paola Viganò
Ecole Polytechnique Fédérale de Lausanne -EPFL; Università IUAV di Venezia

ROADMAP

Il progetto si articola su cinque anni lungo i quali il Dipartimento si impegna a raggiungere una serie di obiettivi, misurabili attraverso appositi indicatori costruiti in funzione del monitoraggio e della verifica dell’efficacia delle azioni da compiere.

OBIETTIVI

Il cronoprogramma costituisce la Roadmap che ci siamo dati per perseguire una serie di obiettivi generali del progetto, valorizzando le competenze e peculiarità del nostro Dipartimento:

Un progetto transdisciplinare: la natura interdisciplinare e tematica del DAStU, e la sua collocazione in un Ateneo politecnico nel quale, in altri Dipartimenti, sono presenti competenze complementari sul tema, costituiscono i punti di partenza per costruire un programma di ricerca capace di integrare efficacemente le dimensioni geografico-ambientali e quelle socio-economiche delle fragilità territoriali. Le attività di ricerca del programma contemplano perciò aspetti legati alle politiche e ai progetti di riuso, di riciclo e di rigenerazione del patrimonio storico-culturale, architettonico, paesaggistico e dell’ambiente costruito, ma anche le azioni per ridurre le diseguaglianze sociali e territoriali tra diverse aree del Paese e tra diverse porzioni delle aree urbanizzate.

Uno spiccato orientamento progettuale: l’indagine, la descrizione e la mappatura dei fenomeni e dei processi di fragilità territoriale sono orientate a produrre progetti (di architettura, di spazi interni, di città e di paesaggio) e a offrire suggerimenti, indicazioni e linee guida per il disegno e l’implementazione di programmi e politiche pubbliche. L’ambizione è quella di condurre sperimentazioni sul campo, anche con riferimento a contesti internazionali, al fine di aumentare la resilienza e di ridurre i rischi in una prospettiva d’azione capace di identificare buone pratiche e di proporre linee guida per il rafforzamento di territori “antifragili”.

Forte apertura internazionale: La fragilità territoriale, come sfida globale, trova diverse articolazioni nelle varie parti del nostro pianeta: le aree in fase di rapida urbanizzazione in Africa e in generale nel Global South, i contesti dinamici dell’estremo oriente, dell’Asia minore e del subcontinente indiano, i territori “in crisi” del nord America e dell’Europa. Ci candidiamo a diventare un nodo importante di una rete internazionale di ricercatori e istituzioni che lavorano sulle diverse declinazioni delle fragilità territoriali. Per questa ragione il Dipartimento sta consolidando relazioni di scambio con altri attori della ricerca su questi temi.

Approccio place-based e impatto sociale: Il tema delle fragilità è affrontato a partire dai territori, e dal modo in cui in essi interagiscono fenomeni naturali (anche legati a condizioni di rischio sismico e idrogeologico), dinamiche insediative e processi sociali. L’obiettivo è quello di interagire operativamente con le domande emergenti da parte di soggetti pubblici, imprese e attori del terzo settore, popolazioni, e di sviluppare attività coerenti con una “terza missione” pensata nella chiave del public engagement. Una prospettiva attenta all’impatto sociale (sulle persone, sui gruppi sociali, sulle istituzioni, ma anche sui paesaggi e sull’ambiente costruito) della nostra attività. Per questo ci impegniamo non solo a dar conto in forma pubblica degli esiti del nostro lavoro, ma a costruire occasioni di attenta interlocuzione ampia e non solo interna al mondo accademico, con l’obiettivo di contribuire a costruire risposte operative alle domande della società contemporanea.

ATTIVITÀ

2018 – Avvio del progetto

– Abbiamo costituito la taskforce, che ha guidato le operazioni di avvio del progetto e prodotto un piano di azione discusso in diverse specifiche riunioni dei membri del Dipartimento.
– Abbiamo mappato le attività correnti dei docenti/ricercatori del DAStU, coerenti con il progetto di ricerca, individuando expertise consolidati e prospettive di ricerca, gruppi e laboratori attivi o gruppi di ricerca in costituzione.
– Abbiamo condotto una ricognizione su esperienze simili in corso all’estero, con l’obiettivo di metterci in rete con altri nuclei di eccellenza e docenti internazionali e nazionali e con altri ricercatori impegnati sul fronte del contrasto alle fragilità territoriali.
– Abbiamo costituito un Comitato scientifico internazionale, con l’obiettivo di aiutarci nei passaggi salienti del progetto.
– Abbiamo definito 16 linee di ricerca prioritarie e avviato la costituzione di 16 comitati di riferimento interdisciplinari, ognuno dei quali ha discusso e individuato linee strategiche per la ricerca dei prossimi quattro anni.
– Abbiamo preparato e avviato le procedure di selezione e coordinamento del lavoro dei 16 assegnisti di ricerca che saranno chiamati a lavorare insieme, sebbene da diverse prospettive, sul tema delle fragilità territoriali.
– Abbiamo programmato e avviato le attività di comunicazione delle attività in corso, attraverso social media e canali istituzionali, progettato un sito internet dedicato al progetto e attivato una serie di azioni comunicative e divulgative ad ampio spettro.

 

2019

– Abbiamo avviato le attività di ricerca dei 16 assegnisti, chiedendo loro di promuoivere anche attività comuni e di carattere transdisciplinare
– Abbiamo presentato il Progetto di eccellenza ai primi tre dottorandi del DAStU, che hanno avviato la loro ricerca sui temi delle fragilità territoriali.
– Abbiamo selezionato 9 temi e bandito altrettante borse di dottorato, avviando il coordinamento tra loro, promuovendo attività transdottorali e garantendo un monitoraggio delle loro attività di ricerca.
– Abbiamo organizzato un evento pubblico di presentazione del progetto: la giornata di studi “Un’agenda di ricerca sulle fragilità territoriali”, tenutasi il 26.03.2019, che ha visto un’ampia partecipazione interna ed esterna al Dipartimento.
– Abbiamo progettato il nuovo sito web dedicato alla ricerca, e abbiamo avviato un Piano di comunicazione del progetto.

– Abbiamo messo a sistema le infrastrutture e le attrezzature presenti nel dipartimento e programmato le nuove acquisizioni, nell’ambito del Sistema dei laboratori dipartimentali.
– Abbiamo pianificato e programmato i processi e gli strumenti di monitoraggio del progetto per tenere sotto controllo l’utilizzo delle risorse rispetto al raggiungimento degli obiettivi, con particolare attenzione alla crescita delle pubblicazioni internazionali sul tema e alla partecipazione a bandi competitivi.
– Abbiamo organizzato e promosso seminari e giornate di studio su una molteplicità di temi, spesso in collaborazione con soggetti esterni e con la partecipazione dei membri dell’Advisory Board

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