Tipologia finanziamento: Ex-Farb 2018, DAStU Politecnico di Milano, 2019-2020 Funded Programme
Responsabile scientifico: Imma Forino (SSD ICAR16)
Gruppo di ricerca: Luca Basso Peressut (SSD ICAR16), Bertrando Bonfantini (SSD ICAR21), Jacopo Leveratto (SSD ICAR16), Luigi M. Spinelli (SSD ICAR14), Pierluigi Salvadeo (SSD ICAR16), Michela Bassanelli (SSDICAR16), R. Madalina Ghibusi (SSD ICAR16), Marco A. Introini (SSD ICAR17),
Descrizione del progetto: Aree pubbliche di ridotta dimensione, per lo più neglette o degradate, gli interstizi urbani rappresentano il residuo di eterogenei processi di discontinuità, frammentarietà e marginalizzazione, casualità e disattenzione nella produzione dello spazio. Sono luoghi fisici, ma anche ambiti carichi di una valenza simbolica di incontro/scontro tra materialità e portati immateriali di immaginari, flussi comunicativi, culture urbane. In Italia costituiscono riconoscibili spazi di fragilità sociale e territoriale, ma delineano altresì fratture e discontinuità nei centri storici delle città, che reclamano un riscatto dalla marginalità attraverso nuovi strumenti e metodologie di indagine e progetto per la loro attivazione. “Interstizi e fragilità urbane” è un Progetto di Ricerca atto a tracciare, leggere e narrare i migliori esempi di rigenerazione, riappropriazione e “addomesticamento” degli interstizi urbani italiani, restituendone i dati, mappandone la morfologia attraverso una campagna fotografica ad hoc, interrogandone gli attori, confrontandoli con virtuosi esempi del recente passato, al fine di mettere a punto un atlante di idee, protocolli strategici, linee guida per altri interventi.
Mappatura Casi Italiani: La prima fase della ricerca si è concentrata sulla costruzione di una mappatura generale che raccoglie sessanta esempi paradigmatici presenti sul territorio italiano, dal 2000 a oggi, raggruppati secondo cinque macro-aree o categorie analitiche atte a identificare altrettanti processi di rigenerazione: Urban Rewriting, Connecting Publicness, Architectural Threshold, Green Rooms, Ephemeral Devices. Al fine di tracciare un Atlante di riferimenti progettuali, la mappatura dei casi-studio è stata organizzata attraverso un modello tassonomico composto da “schede di ricognizione”, che raccolgono le informazioni principali relative ai progetti, agli architetti, alle dimensioni degli interstizi e agli usi passati e recenti. Il contatto diretto con i diversi studi professionali ha consentito un migliore approfondimento e ampliamento dei casi ricercati. Parallelamente è stato svolto un lavoro di ricerca bibliografica che ha portato alla costruzione di un apparato teorico-critico sulla rigenerazione degli interstizi urbani.
Fasi successive: La ricerca si focalizza sull’analisi approfondita di dieci progetti (due per ogni singola categoria analitiche) che rappresentano significativi approcci di rigenerazione e riappropriazione degli interstizi urbani quali luoghi negati, abbandonati e resi obsoleti dall’incuria. Ogni progetto sarà raccontato attraverso interviste ai progettisti sulla loro esperienza, i processi e le dinamiche attivate, una lettura approfondita dei dati e da una campagna fotografica effettuata sui siti d’intervento. Tutto il materiale della Ricerca sarà esposto in una mostra nel febbraio 2021, poi itinerante.
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